lunedì 21 novembre 2011

Presentazione della petizione per la Salvaguardia dell’Ospedale Civile SS.Giovanni e Paolo di Venezia

La causa che stiamo portando avanti, ovvero la salvaguardia dell’Ospedale Civile di
Venezia (unico ospedale che serve il centro storico, le isole e non solo) è sicuramente
figlia del tempo storico che l’Italia sta vivendo.
Mai avrei pensato che cittadini qualunque, quali siamo i miei fratelli, io e il gruppo di
amici che ci affianca, avrebbero sentito la necessità di impegnarsi civilmente per
sostenere un diritto inderogabile quale quello alla salute.

E’ evidente che anche in questa vicenda sono state applicate logiche di strategie
economiche (che spesso risultano sprechi) e che, come ormai avviene in svariati
settori, non è stato dato ascolto agli operatori, a quelle persone cioè che conoscono,
lavorano, vivono la materia su cui si argomenta.
Nella incombenza del momento non ci interessano le premesse, le cause e le
concause che hanno generato lo sfacelo. Esse appartengono alla storia
dell’amministrazione politica dell’Italia, in generale, e di Venezia e del suo ospedale
in particolare.

Ciò che a noi, e a tutti i firmatari della petizione, interessa è che sia ristabilito e
garantito il diritto alla salute nel pieno rispetto del malato.
L’attuale “riassetto” dell’Ospedale Civile di Venezia (con periodico e costante
ridimensionamento di reparti e servizi essenziali quali pneumologia, ematologia,
cardiologia, radioterapia, gastroenterologia, angiologia, terapia antalgica,
oculistica,…con medici a “scavalco” tra l’ospedale di Venezia e quello all’Angelo di
Mestre, con la riduzione del personale medico e paramedico, con la mancata
dismissione e contestuale sostituzione di macchinari obsoleti con le emergenze
cardiologiche dirottate a Mestre, con le operazioni alla mammella che attendono in
loco il chirurgo da Mestre….) lede questo diritto.

E tale “riassetto” è tanto più lesivo, cieco e sordo perché portato a compimento in un
tessuto cittadino unico al mondo.
Venezia è bella anche perché ha saputo esaltare la fragilità e la complessità del
proprio territorio con intelligenza ed armonia, ma proprio questa sua specificità ne
rende complicata e difficile la viabilità.

Se per un malato veneziano deambulante raggiungere l’Ospedale all’Angelo di
Mestre può diventare un'odissea (arrivare a piedi, o dopo un percorso in autobus,
all’approdo più vicino casa, salire su uno o più vaporetti probabilmente già
sovraffollati, scendere a Piazzale Roma , irrisorio il numero di treni che ferma alla
stazione dell’Angelo, salire sull’autobus, uno ogni venti minuti e servizio sospeso
nei giorni festivi, dopo buona mezz’ora scendere ad una fermata del centro
commerciale Auchan , scendere e risalire il sottopassaggio della linea ferroviaria,
attraversare una strada percorsa da auto, costeggiare un bel prato e finalmente entrare
in ospedale, curarsi secondo il bisogno, radioterapia quotidiana, chemioterapia,
coronografia, esame più o meno invasivo, intervento day hospital, …, e poi
ripercorrere a ritroso il cammino verso casa) , per uno in condizioni di emergenza può
diventare fatale (e non di rado è già successo). Ed è questo che ci preoccupa.
Già da tempo a Venezia è impossibile eseguire una gastroscopia in urgenza in caso di
sanguinamento gastrico, un doppler in caso di trombosi venosa o di ischemia
arteriosa periferica dopo le 15 dei giorni feriali e il sabato e i festivi (solo per citare
alcuni esempi eclatanti); ma da oggi anche avere un infarto a Venezia è diventato un
lusso, dopo la chiusura di emodinamica.

In una recente assemblea il sig. Padrin (presidente della commissione sanità della
Regione Veneto) ha affermato che a Venezia "va garantita l'urgenza-emergenza.
Trasporti efficienti." Appunto. Una gastroscopia, un doppler, un'angioplastica
coronarica non sono emergenze? Quanto ai trasporti efficienti, qualcuno si è mai
chiesto quanto tempo ci vuole per centralizzare all'Angelo un malato dal territorio,
dal momento della chiamata al 118? Forse bisognerebbe chiederlo a degli esperti e
questi risponderebbero: 90 minuti da Pellestrina, 80-90 minuti da Burano, 70-80
minuti dal Lido, minimo 60 minuti dal Centro Storico di Venezia. Tempi minimi in
condizioni meteo ideali, senza vento di bora, con marea nella norma, tangenziale e
malati mestrini permettendo (sì perché se per caso un malato della terraferma osa
ammalarsi contemporaneamente a un veneziano, ha la precedenza - visto che anche a
Mestre come a Venezia vi è un solo medico del 118 disponibile h 24 - con la
conseguenza che il malato veneziano viene parcheggiato a Venezia in attesa del
primo momento utile per il trasferimento!)

Va da sé, che per un malato del centro storico o delle isole sia improponibile
l’Ospedale all’Angelo di Mestre quale alternativa all’Ospedale Civile di Venezia.
Quello che pretendiamo è che in questioni, come questa, di vitale importanza, i
politici ascoltino le necessità degli operatori e degli utenti e, abbandonando logiche
e sistemi ormai logori e spesso inconcludenti, si spendano effettivamente per il
benessere dei Cittadini che rappresentano.

Al Sindaco di Venezia Giorgio Orsoni
Al Direttore dell’ULSS 12 Antonio Padoan
Al Presidente della Provincia Francesca Zaccariotto
Al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia
Ai Capogruppo dei Partiti in Consiglio Comunale e in Consiglio Regionale

Petizione Pubblica

OGGETTO: Petizione per la salvaguardia dell'ospedale SS. Giovanni e Paolo
Con crescente apprensione e con grave disagio,

Noi Cittadini Veneziani,
assistiamo al depauperamento ( chiusura e/o decentramento di alcuni reparti, riduzione del personale medico e paramedico ) dell’Ospedale Civile SS Giovanni e Paolo di Venezia. Penalizzazione, questa, forse riconducibile :
- ai vincoli imposti dalle risorse economiche disposte dalla Regione Veneto per le
Aziende Sanitarie ;
- alla scelta politica di finanziare l’Ospedale all’Angelo di Mestre.
Noi Cittadini Veneziani
Chiediamo alle Istituzioni
in nome della specificità morfologica di Venezia, del prestigio, della storia, della
fama di questa città nel doveroso e nel pieno riconoscimento delle sue varie
potenzialità, di:
- mantenere, o meglio, di ripristinare la piena efficienza delle strutture e delle
infrastrutture dell’Ospedale Civile SS Giovanni e Paolo di Venezia,
- rimediare a scelte amministrative inadeguate, che hanno messo in grave pericolo
la copertura sanitaria dei fruitori della struttura ospedaliera del centro storico ,
quali : abitanti di Venezia, del Lido, di Pellestrina, delle Isole limitrofe (Murano,
Burano, Sant’Erasmo) e di altre località quali Tre Porti , Cavallino e Chioggia ,
- garantire, nel diritto ad un’efficiente assistenza sanitaria, le crescenti necessità
della popolazione di tutta la provincia veneziana,
- ricordare che, oltre ai residenti (per lo più anziani), migliaia sono le persone che
abitano o frequentano Venezia per turismo , per studio , per lavoro,
- pensare a Venezia non come a una sede disagiata, ma come a una risorsa del
territorio e dell’Italia.

RACCOGLI LE FIRME TRA COLLEGHI, AMICI, CONOSCENTI!

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martedì 20 settembre 2011

Il saluto del Dr. Risica

immagine primario RISICA GABRIELE     

Direttore Unita' Operativa Cardilogia O.C.V.
0415294648
ocve.cardiologia@ulss12.ve.it


Attivita' svolta (descrizione)
PRESTAZIONI CARDIOLOGICHE DI DIAGNOSI E TERAPIA PER PAZIENTI AMBULATORIALI E RICOVERATI PRESSO ALTRE UNITA' OPERATIVE DELL'OSPEDALE; RICOVERI ORDINARI, RICOVERI IN DAY SURGERY PER PROCEDURE CHE NON RICHIEDONO RICOVERO (ESAMI EMODINAMICI, CARDIOVERSIONE ELETTRICA DELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE, CAMBI DI PACE MAKER). RICOVERI IN UCIC PER SITUAZIONI DI EMERGENZA / URGENZA DIMOSTRATE O PROBABILI. IL LABORATORIO DI EMODINAMICA E' ATTIVO 24 ORE /24 PER IL TRATTAMENTO DELL'INFARTO MIOCARDICO ACUTO CON ANGIOPLASTICA CORONARICA.
Centri formalmente istituiti
ambulatorio di controllo dei pace maker.
ambulatorio per lo scompenso cardiaco.
ambulatorio per pazienti affetti da patologie valvolari o portatori di protesi valvolari.
Sottolineatura dei punti di eccellenza
ANGIOPLASTICA PRIMARIA PER IL TRATTAMENTO DELL'INFARTO MIOCARDICO ACUTO. ANGIOPLASTICA CORONARICA, CAROTIDEA E PERIFERICA (IN COLLABORAZIONE CON L'AMBULATORIO DI ANGIOLOGIA). TRATTAMENTO DELLO SCOMPENSO CARDIACO REFRATTARIO. IMPIANTO DI DEFIBRILLATORE CARDIACO BIVENTRICOLARE. TRATTAMENTO INTERVENTISTICO DEL PIEDE DIABETICO (IN COLLABORAZIONE CON IL SERVIZIO DI DIABETOLOGIA).
INSERIMENTO FILTRI CAVALI.
CHIUSURA PERCUTANEA DI FORAMI OVALI.
RIABILITAZIONE CARDIOVASCOLARE PRESSO IL CENTRO SANITARIO POLIFUNZIONALE DEL LIDO DI VENEZIA.
Articolazione dell'Unita' Operativa
SERVIZIO AMBULATORIALE DI CARDIOLOGIA.
OSPEDALE DI GIORNO (DAY SURGERY)
DEGENZE CARDIOLOGICHE.
UNITA' DI TERAPIA INTENSIVA CARDIOLOGICA.
LABORATORIO DI EMODINAMICA.
LABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA E IMPIANTO PACE MAKER / DEFIBRILLATORI.

                                                                         Prestazioni
Accedi alla lista delle prestazioni

Links utili

http://www.amicidelcuorevenezia.org Associazione di volontariato Amici del Cuore (tel 041 5295506)


Il saluto


Cari Amici, è venuto il momento di salutarvi; molti di voi lo sapevano da tempo e da un po' la notizia è ufficiale: dal primo ottobre non sarò più il Direttore (Primario) della Cardiologia di Venezia. Dal momento che me ne vado per scelta mia personale, avendo maturato i requisiti per chiedere il pensionamento, ma non costretto per ragioni anagrafiche, ritengo giusto e doveroso spiegarvi il perché di una decisione che alcuni vedranno come un tradimento. Ma per me tradire i miei collaboratori ed i miei pazienti sarebbe stato essere accondiscendente verso certe scelte che non posso condividere: ridurre la quantità delle prestazioni perché non vengono sostituiti i medici significa incentivare il ricorso alle prestazioni private, a pagamento; non adeguare gli organici degli infermieri significa peggiorare la qualità dell'assistenza; fare nomine non meritate significa mettere a repentaglio la vita dei malati. Tutto questo non posso accettarlo. Fare bilanci non mi si addice molto; preferisco sempre guardare avanti e fare progetti al guardarmi indietro. Non vi è dubbio però che questi 13 anni passati a Venezia sono stati per me di grande soddisfazione; mi sento tranquillamente di poter affermare che grazie alla disponibilità, abnegazione e dedizione di persone meravigliose sia tra i miei collaboratori che tra i volontari dell' Associazione Amici del Cuore abbiamo fatto tantissima strada per migliorare il funzionamento della Cardiologia e l'assistenza ai nostri pazienti. E questo risultato, unito alle tante attestazioni di gratitudine che mi sono giunte in questi anni, è stato un regalo certamente voluto e cercato ma altrettanto immeritato e sorprendente. Se a questo nel bilancio aggiungo la grande fortuna di esercitare questo mestiere meraviglioso, beh la conclusione è ovvia. Mi piacerebbe fare un lungo elenco delle persone che in questi anni mi hanno supportato e sopportato, ma per forza di cose dimenticherei qualcuno e quindi mi esimo dal farlo, ma spero che a tutti volontari dell' Associazione, segretarie, OSS, infermieri, caposala e medici della cardiologia giunga la gratitudine che magari ho espresso poco, ma che ho sentito e sento enorme. Altrettanto purtroppo non posso dirmi soddisfatto del versante istituzionale, da due punti di vista. Uno che mi preoccupa maggiormente è rappresentato dall'evoluzione del concetto di salute nel nostro paese e conseguentemente delle scelte politiche ed economiche. Mi pare infatti che si stia passando sempre più dal pensare alla salute dei cittadini come un bene prezioso e quindi come una risorsa ed un diritto da tutelare, al vederlo come un costo sociale insopportabile da far pagare in qualche modo a chi si ammala. Molti penseranno che in fondo è giusto che chi ha disponibilità economica contribuisca in qualche modo, ma io credo che questa contribuzione sicuramente doverosa debba esprimersi con la tassazione generale equa e corretta e non con balzelli inventati di volta in volta dai quali i soliti evasori non verranno mai toccati e che discriminano nell' accesso ad un diritto fondamentale come quello della salute. Si tratta in fondo solo di tenere bene a mente l' art. 32 della nostra costituzione e non cercare di aggirarlo ( “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”). Una delle conseguenze di questo diffuso modo di pensare è che la tutela della salute può essere trasformata in “business” che tradotto in italiano significa “affare”: tu ti ammali ed io ci guadagno! Questo e solo questo significa la privatizzazione dell' assistenza sanitaria. Non è vero che il privato significa più efficienza e non è vero che efficienza significa trasformare l'ospedale in una fabbrica o meglio in un officina dove viene riparato il più velocemente possibile un guasto. Questo tipo di approccio può andar bene per qualche “guasto estemporaneo” come un'ernia inguinale, una frattura, ma le patologie dominanti nei paesi occidentali sono quelle cronico-degenerative nelle quali l'assistenza e la presa in carico del paziente come intero, e non come organo guasto, è presupposto fondamentale per una corretta diagnosi, terapia e riabilitazione. E' vero che molte situazioni non necessitano di un ricovero in ospedale in quanto potrebbero trovare adeguata sistemazione in strutture alternative, ma il problema è che nel nostro paese queste strutture o non esistono o se esistono non sono quasi in mai in grado di assistere adeguatamente questo tipo di pazienti. Perchè se è vero che questi malati non necessitano di apparecchiature sofisticate, ciò non toglie che abbiano bisogno di piu' assistenza alla persona e non meno! E invece il privato spesso è così efficiente che prende i soldi pubblici e poi lesina sulla quantità e qualità dell'assistenza Il secondo aspetto istituzionale è quello dei rapporti con vertici e struttura dell' Ulss12. L'origine di tutto è stato credo l'abbraccio mortale con Mestre; invece di cercare un' integrazione ed una specificazione dei due Ospedali l'unificazione ha comportato lo svuotamento dell'Ospedale di Venezia sentito come una palla al piede e il concentrarsi di tutte le risorse sull' Ospedale di Mestre. Questo prima di una qualsiasi valutazione dei bisogni e dell'efficienza e qualità dei servizi esistenti, con una progressiva emarginazione dai processi decisionali dei Direttori dell' Ospedale di Venezia. Nonostante abbia cercato sempre di ottemperare a ogni richiesta, anche la più strampalata, dell'amministrazione, i rapporti con la dirigenza sono progressivamente peggiorati e se in questi anni siamo riusciti a mantenere un alto standard operativo, lo si deve solo a tutto il personale della Cardiologia e all'Associazione Amici del Cuore che ha contribuito in maniera sostanziale alla qualità dell'assistenza, attraverso il volontariato in reparto, e il mantenimento di una struttura tecnologica della Cardiologia adeguata, tramite un volume di donazioni veramente impressionante. Vi ricordo solo il rifiuto dell' Amministrazione di inaugurare con la dovuta enfasi la nuova sala di emodinamica interamente dovuta a donazione privata transitata attraverso l'Associazione. Nell'ultimo anno si è fatta poi drammatica la situazione del personale medico: alla mancata sostituzione della Drssa Romano e alla maternità della Drssa Pasqualetto, si sono aggiunte le dimissioni della Drssa Martini, grave perdita nel settore più delicato, proprio quello dell'emodinamica, anche in questo caso dovuta a scelte avventate dell' amministrazione. E questa emorragia non è destinata a fermarsi: a breve distanza dalle mie dimissioni è probabile che altri due medici lascino il servizio. Questo ha comportato e comporterà una progressiva massiccia riduzione dell'attività soprattutto ambulatoriale, cioè rivolta ai pazienti non ricoverati, con conseguente allungamento a dismisura delle liste d'attesa per esami cardiologici. Bisogna tener presente che molte delle prestazioni tagliate sono effettuate esclusivamente presso la nostra Cardiologia nella città di Venezia. Bene, di fronte alla mia pressante richiesta di sostituzione di questi medici mancanti la risposta dell'amministrazione è stata totalmente negativa. E allora io non me la sento di continuare a dirigere una struttura che risponde ai pazienti che necessitano di accertamenti, controlli, visite “tornate il prossimo anno” oppure “pagate se volete essere assistiti in tempi decenti” e non sono disposto a restare a presidiare la Cardiologia assistendo impotente al suo progressivo svuotamento. Preferisco andarmene sperando che la persona che prenderà il mio posto trovi la strada per ottenere quello che io non sono riuscito ad avere e pregandovi di mantenere alta l' attenzione e la sorveglianza perchè la Cardiologia mantenga e migliori gli obiettivi fin qui raggiunti. Da parte mia ritornando ad essere un semplice cittadino veneziano non vi farò mancare il mio appoggio per ogni iniziativa a sostegno della nostra Cardiologia. Con grande riconoscenza
Gabriele Risica 


domenica 9 gennaio 2011

Salvatore Lihard "Al Lido è stato tolto molto"

IL GAZZETTINO 9 Gennaio 2011

   In una recente intervista sul Gazzettino (2 gennaio 2011) il Direttore Generale Padoan della Ulss 12 affermava: “Al Lido non ho tolto nulla”. Vorremmo restare allora ai fatti e attenerci al detto “verba volant, scripta manent”.
      Nel novembre 2002 la Giunta regionale deliberò un drastico taglio di posti letto (da 1.456 a 1.061) per la Ulss 12, chiudendo definitivamente l’Ospedale al Mare comprese le ultime Divisioni per degenze di Lungodegenza e Reumatologia. A fronte delle proteste dei cittadini la Regione decise di rafforzare i servizi socio-sanitari dell’isola, ma anche delle aree del Distretto 2, con l’impegno di: restaurare tutto il Padiglione Rossi (Monoblocco) e lì concentrare tutti i servezi; mantenere il Suemcon 2 posti letto di Terapia sub-intensiva (come strutture di stabilizzazione dei codici rossi non trasportabili e di supporto al Day-surgery); 2 autoambulanze e una idroambulanza fissa a San Nicolò;

Antonio Padoan "Al Lido non ho tolto nulla"

IL GAZZETTINO 2 Gennaio 2011

   «A1 Lido non ho tolto nulla» «L'ex ospedale per fare ill Palacinema? Lo avevo detto quattro anni fa» DIRETTORE Antonio Padoan «La situazione attuale per la vendita dell'ex ospedale al mare? La stessa che io avevo indicato quattro anni fa». Ora che l'operazione di vendita è stata ufficializzata, il direttore generale dell'Ulss 12, Antonio Padoan può togliersi, pur con eleganza e senza voler fare polemica, qualche sassolino dalla scarpa. Fin dall'inizio è stato lui, tra i primi, ad indicare la strada: vendere l'ex ospedale al mare, e dai padiglioni vuoti dell'ex ospedale al mare, tirare fuori i fondi per realizzare il nuovo Palacinema. Tanto che, nella prima procedura, era proprio l'Ulss 12 a fungere da "stazione appaltante". Negli ultimi tempi ha seguito, in silenzio l'evolversi degli eventi.